Friday, April 14, 2006

BABAK PAYAMI "Il Voto E' Segreto"( Raye Makhfi) ( IRAN -co-prod. Italy /Suisse /Canada, 2001)





Quella iraniana , a partire dalla fine degli anni Ottanta, è andata ad imporsi come una delle cinematografie più rilevanti a livello mondiale.
Del cinema iraniano mi è sempre piaciuto il suo privilegiare una poetica delle "piccole cose" , di un quotidien che spesso si fa allegorico e la sua lentezza quasi metafisica, così in contrasto con il tipico iper-attivismo -nevrotizzato-fastidiosamente/istrioneggiante che intride i tipici characters presenti nelle produzioni hollywoodiane .
In questo film di B. PAYAMI (regista comunque emigrato in Canada) , riemergono chiaramente lo stile e la poetica tipici di KIAROSTAMI o MAKHMALBAF.
Su una sperduta isoletta del Golfo Persico uno "sfessato" (come direbbe L.F.Céline ) soldato vede scendere, quasi contemporaneamente , uno scatolone paracadutato dal cielo contenente un'urna elettorale e dal mare , da un'esile barca ,una ancor più esile figura di donna in chador nero.
Quando viene a sapere che quello è il giorno delle elezioni e che quella donna è in realtà il commissario elettorale incaricato e che deve scortarla per tutta l'isola in cerca degli elettori, dispersissimi sul territorio, all'inizio si rifiuta "perchè mi aspettavo venisse un uomo".
Ma poi, per diktat della Repubblica Islamica, deve eseguire gli ordini.

I due si mettono così a percorrere le strade dell'isola (quasi completamente desertiche e sabbiose)su una scassata jeep militare in cerca di elettori.
E durante il loro peregrinare verranno a contatto con vari "tipi" umani: da un gruppo di donne analfabete cui l'uomo incaricato dai mariti di portarle a votare vuole imporre di votare come lui; a pescatori senza documenti; a un venditore ambulante che trasporta tutte le sue mercanzie in bicicletta; a vecchi che non parlano una sola parola di persiano; a una 16enne cui i genitori vogliono imporre un marito che non le piace; a un tecnico che vuole votare Dio, perchè solo Dio sa il Disegno del mondo e non certo dei candidati politici.
Piano piano, per la sua ostinazione , correttezza e passione nel descrivere i vantaggi della democrazia; la donna-commissario elettorale conquista la fiducia/benevolenza del soldato che, alla fine, al momento di votare lui mème scriverà il nome di lei sulla scheda al posto di quello dei candidati ufficiali.
Discreto film ( tra l'altro premiato a Venezia) che , anche se non raggiunge le vette dei migliori film di KIAROSTAMI, è comunque godibile nella sua leggerezza, da alcuni critici definita "zavattiniana" e nel suo perorare la causa della donna in una società estremamente complicata quale è quella iraniana del post-Khomeini .
Voto: 6/10

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