Monday, June 12, 2006

"STEFANO TAMBURINI. BANANA MECCANICA" ( a cura di MICHELE MORDENTE, Coniglio editore , 2006)




E' uscita recentemente "Banana Meccanica" , un'antologia che illustra diffusamente l'opera di STEFANO TAMBURINI , straordinaria figura della ControCultura italiana dei mid-70s. Per chi non ha vissuto quegli anni , e volesse contestualizzare , ecco una breve (ma dettagliatissima) biografia , tratta dal sito tributo ( http://web.tiscali.it/stevetamburo/index.htm ) al grande agitatore culturale /fumettista/(anti)critico musicale (le sue recensioni musicali su "Frigidaire" mi facevano really spanzare dal ridere!, grandiose!).
"Stefano Tamburini nasce a Roma nel 1955.Il suo esordio nell'editoria avviene nel 1974 su Combinazioni, rivista romana di controcultura, con la quale collaborerà fino alla chiusura, avvenuta nell'estate del 1976.
Per Combinazioni crea Fuzzy Rat, lo sballato topo antropomorfo "preso a prestito" da Cal Schenkel, grafico di Frank Zappa.
Della metà degli anni Settanta è anche la sua collaborazione con Stampa Alternativa, che edita e distribuisce libri e riviste di controinformazione. Per il bollettino della casa editrice romana disegna vignette e illustrazioni ed è inoltre autore di volantini e copertine di libri.
Nel maggio del 1977 fonda la rivista a fumetti Cannibale raccogliendo intorno a sè Massimo Mattioli, Filippo Scòzzari, Andrea Pazienza e Tanino Liberatore.
Sulle pagine di Cannibale appaiono le prime storie di Rank Xerox, scritte da Stefano e disegnate insieme a Pazienza e Liberatore. Su Cannibale si consolida il sodalizio artistico con Liberatore, nato sulla rivista satirica
Il Male.Nel novembre del 1980 con Vincenzo Sparagna e Filippo Scozzari da vita a Frigidaire, di cui cura grafica e impaginazione. Su Frigidaire proseguono le avventure di Ranxerox dopo che le ammonizioni dell'omonima casa di fotocopiatrici, che giudica il fumetto "un concentrato di violenza, oscenità e turpiloquio", hanno costretto a far cadere nel nome del coatto sintetico una kappa di troppo. Le storie di Ranxerox sono ora disegnate dal solo Liberatore, che che ne ha mutato l'aspetto fisico in un ipertrofica massa di muscoli. Per Frigidaire Tamburini crea un'infinità di illustrazioni, realizza le storie di Snake Agent con un massiccio uso della macchina fotocopiatrice e cura con lo pseudonimo di Red Vinyle un'ironica rubrica di critica musicale.
Nell'ottobre del 1982 sposa Emy Fontana.Mentre le storie di Ranxerox vengono pubblicate in Francia, America, Giappone e in molti altri paesi, la sua produzione si apre verso la pubblicità e la moda con la collezione "Vudù", le vetrine per i negozi Vogue e gadgets per la casa farmaceutica Pfizer.
Ma Stefano non abbandona mai del tutto la grafica editoriale; di questo periodo sono, infatti, le sue realizzazioni per le testate Vomito, Tempi supplementari e Zut.Nell'aprile del 1986, a due settimane dal decesso, viene rinvenuto nella sua abitazione il suo corpo senza vita."

Ed ecco la bella recensione dedicata al book da Simone Lucciola di LAMETTE webmag (see on links) , gentilmente concessami da Simone. Un modo(doveroso) per ricordare una figura di Assoluto Valore e che ha preconizzato tante "vagues" e mode successive, non potendone ,purtroppo, raccoglierne i frutti . attached , la copertina del book , plus una tavola tratta da "Il cannibale" n. 0 (1978), sempre tratta dal site tribute a Tamburini.

"“Ah! Mi nomina, ma tra parentesi!” è il tormentone tamburpazienzesco con cui l’amico Michele Mordente – curatore di questa antologia nonché massimo studioso tamburiniano esistente al mondo – introduce giustamente questa raccolta in confezione deluxe, che è sicuramente la retrospettiva più completa mai coniata sul decennio di attività bio-fumettistica del geniale Strekeno.
Il superlativo relativo è chiaramente una presa per il culo, tant’è che a parte Banana Meccanica non esistono altri dossier a tutto tondo sull’opera di Stefano Tamburini.
Il motivo delle parentesi, che hanno intrappolato per vent’anni la sua tormentata memoria nel limbo, è da ricercarsi sicuramente in una molteplicità di fattori infausti: il successo a doppio taglio del suo Ranxerox disegnato da Liberatore, la dimensione parallela di grafico, factotum e addetto ai lavori, e, last but not least, la prematura e tragica scomparsa, che se da un lato lo “ha scaraventato nella leggenda” (Sparagna, citando Pazienza), dall’altro ha deviato la critica specializzata degli anni ottanta e novanta sul binario morto dell’incompiuta.
La verità? La critica parla evidentemente solo di quello che cazzo gli pare, e se non ci sono fattori di influenza politica e/o ideologica non esiste revival. Ci si augura, e mi auguro, che dopo questo albo le cose cambino, se non altro per un necessario quanto frustrante bisogno di giustizia postuma, visto che l'happy ending di fatto non ci fu.
Tra le voci autorevoli che introducono “Banana Meccanica”, è molto bello ritrovare quelle di alcuni amici giurati di Lamette (lo stesso Mordente, Emiliano Rabuiti e Gianfranco “Johnny” Grieco, uno dei primissimi punk italiani); gli altri interventi (un immancabile e doveroso Vincenzo Sparagna, Pablo Echaurren e Carlo Branzaglia) completano un quadro analitico che si avvicina come angolazione ai 360°, e che restituisce finalmente alla storia un Tamburini onnivoro, onnifago, eclettico, instancabile e suicida nella sua determinazione espressiva.
Molto più che romantico, molto più che fantascientifico, molto più che fotografico, molto più che punk.
Dimenticate il Tamburini sceneggiatore di Ranxerox, o meglio conservatevelo come ammazzacaffé, e passetevi in rassegna questa sfilata di illustrazioni, grafiche, storie, copertine, appunti e stralci di repertorio prima d’ora al 90% irreperibili, che vanno dalle fanzine del movimento settantasettino a Stampa Alternativa, a Cannibale, a Frigidaire a Vudu Moda, passando per Johnny Devo, Locatto e Pistoletta, Red Vinyle, Enrico Valium, Zypek Tavor, il capolavoro assoluto Snake Agent e ovviamente l’androide-coatto nato – ironia della sorte – nel mese di settembre del 1986 futuribile, cioè cinque mesi dopo la scomparsa del suo autore nel 1986 anno domini.
Un paradosso temporale degno di “Terminator”, il cui regista – a detta di Stefano – del resto avrebbe già dovuto offrirgli (come minimo) un caffé.
Lo stesso ebbe a dire più o meno, se non ricordo male, il grande Bonvi a proposito di “Guerre stellari” e “Storie dallo spazio profondo”.
E come dargli torto? Due caffé di cui uno corretto, dunque, e l’obbligo morale di acquistare questo masterpiece del fumetto italiano, così come quelli che lo hanno preceduto e che (si spera) seguiranno a ruota, possibilmente in edizioni belle ed impeccabili come questa. Stefano Tamburini - Banana Meccanica, a cura di Michele Mordente, Coniglio Editore, pp. 96, € 18,50.
[Simone]Per ordinare il libro, scrivete a:
redazione@coniglioeditore.it www.coniglioeditore.it

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