INTERVISTA a I VOLTI 70 by URSUS
Ed ecco un'intervista by l'ultramegaesperto-DirettoreMegagalattico Sua Ecc. Ursus Cobram a I Volti 70, storica band della scena post-beat torinese . Fantastiche le foto, enjoy!
1 - descrivici un po' la nascita dei VOLTI 70 e l'atmosfera che si respirava in quegli anni a Torino.
Iniziamo dall’atmosfera dei locali da ballo:
nei primi anni 60’ era d’obbligo per i complessi eseguire un repertorio composto di tanti generi musicali, il massimo della modernità era sentir suonare qualche brano degli Shadows, nei dancing si poteva entrare solamente se si era vestiti con giacca e cravatta e con una “dama” (non importava se fosse la cugina o sorella del "cavaliere"), Celentano immortalò quell’atmosfera con la canzone “Prego, grazie, scusi, tornerò”.
E’ intorno al 64 che dal mondo anglosassone arrivò la musica che rivoluzionò il modo di essere e di pensare, i gruppi Beat sfornavano un successo dopo l’altro, i 45 giri andavano a ruba, nascevano i primi giornali specializzati per la musica dei giovani, alcuni proprietari di dancing iniziarono a sentire profumo di soldi e adattarono i loro locali alle nuove esigenze, molti giovani sentivano la necessità di imitare i loro beniamini e molte cantine vennero adibite a improvvisate sale prove, per quasi tutti i giovani era d’obbligo saper strimpellare una chitarra, i negozi di strumenti musicali si moltiplicarono, molti ragazzi uscivano di casa vestiti come voleva la “mamma”, per poi trasformarsi nella cantina di qualche amico in modo irriconoscibile e originale, molti ragazzi smisero di farsi pilotare dalla famiglia e dalla società.
C’è stato un periodo che si poteva definire “gli anni delle ragazze scappate di casa”, erano minorenni che per disaccordo con i genitori sparivano di casa per andare a vivere con i cosiddetti “capelloni”, in quel periodo anche a Torino iniziarono le marce di protesta contro la guerra del Vietnam (i più ci andavano solo per moda), la politica iniziò a interessarsi dei movimenti giovanili e iniziarono i primi casini.…
Tutto questo accadeva qualche anno prima che si formassero i VOLTI 70, infatti, molti dei musicisti che entrarono a far parte del gruppo militavano precedentemente in complessi più o meno famosi della città, i VOLTI 70 sono nati nel 1966 dalla scissione del complesso “Sandro e gli Shakers” .
2 - A quali nomi della musica internazionale vi ispiravate in particolare?
"Giulio Chirone (fondatore del gruppo), mi ha raccontato che inizialmente si ispirarono a: Spencer Davies Group, Moody Blues, Searchers, Tremeloes, Young Rascals, nei primi mesi del 67 i Volti aggiunsero una sezione di fiati e iniziarono così a suonare “rhythm and blues” ispirandosi a: Sam & Dave, Otis Redding, Wilson Picket…
Nel 69 il complesso divenne un quintetto, cambiò nuovamente repertorio, con il nuovo cantante solista Mike Fulgaro inserimmo brani di: Joe Cocker, Traffic, Procol Harum,
in seguito si avvicendarono altri musicisti (fino al 1975 anno in cui ci si sciolse definitivamente), subentrarono nuove idee e nuove ispirazioni, il repertorio così cambiava sovente dando sempre un aspetto innovativo all’immagine del gruppo, quando subentrò il cantante Paolo Melfi ci ispiravamo moltissimo ai Blues Image.
Negli otto anni di storia dei VOLTI 70 hanno militato circa una ventina di musicisti Torinesi, i brani del repertorio venivano elaborati coinvolgendo tutti i membri del gruppo
3 - Quali erano i locali più attivi a Torino nella diffusione della musica beat?
I locali erano moltissimi, i più famosi erano:
”Hollywood”, “La Perla” (Piperla), “Wisky Notte”, “Mack1”, “El Patio”.
I Volti 70 inizialmente si esibivano nei locali tradizionali ( Dancing ) ma ben presto entrarono nel circuito dei locali all’avanguardia come a Torino: il “Whisky Notte”, “Mack1”, “El Patio” a Milano locali come: il “Paips” di Corso Europa locale importantissimo all’epoca e diretto concorrente del famoso “Santa Tecla” (davanti a questi locali venivano messe in mostra le auto più belle dell’epoca, “Miura”, “Dino Ferrari” e “Jaguar E”, i proprietari di queste vetture erano quasi sempre i cosiddetti “figli di papà” oppure dei “garga” o mantenuti, chiaramente a questi “fortunati” non mancava la compagnia femminile.
4 - Avete partecipato a festival o rassegne musicali?
Giulio mi ha raccontato che il gruppo “Sandro e gli Shakers” (formazione che diede origine ai Volti 70 appunto) verso la fine dell’anno 65 decisero di partecipare al allora prestigioso “Trofeo Davoli” che si svolgeva a Rapallo ( il trofeo era nato esclusivamente per i complessi musicali), era una delle manifestazioni più importanti di quei tempi ed era sponsorizzata dalla “Davoli” prospera casa Italiana costruttrice di ottimi strumenti musicali e amplificatori, “Sandro e gli Shakers” giunsero secondi in classifica , i primi furono “I Corvi” destinati a diventare uno dei migliori gruppi Beat Italiani, fu così che alcuni componenti per la delusione decisero di smettere di suonare.
Con la nascita dei VOLTI 70 i componenti decisero che il loro primo obiettivo era quello di assicurarsi date e concerti per il futuro, per loro scelta non parteciparono a festival o a rassegne musicali.
5 - Come siete arrivati ad incidere il disco?
parlo sempre a nome di Giulio Chirone, io entrai a far parte del gruppo solamente dal 1969,
nel 1968 furono contattati da una casa discografica di Torino (fin allora specializzata in musica popolare) la quale intendeva avviarsi anche nella produzione di musica Pop-beat, furono scelti due brani, un lento “Aspetterò un nuovo giorno” e uno veloce “Sono libero” i pezzi originali erano di lingua inglese e furono tradotti in italiano da parolieri allora in auge quali Minellono e Parazzini. Fu scelto come arrangiatore Romano Farinati (in arte Nat Romano), per il brano “Aspettero un nuovo giorno” scelse un arrangiamento somigliante ai pezzi in voga al momento negli U.S. il cosiddetto stile “Californiano” es.: San Francisco di Scott McKenzie, per l’altro brano in stile Rhythm and blues fu adottato un arrangiamento con sezioni di fiati molto incisivo e grintoso.
L’incisione avvenne a Torino in un unico giorno, esattamente il 28/02/68, la sera prima I Volti 70 avevano suonato in un locale di Ovada fino alle due di notte, il ritorno a Torino fu un viaggio lungo e piuttosto rischioso in quanto c’era una fittissima nebbia, al mattino presto iniziarono le registrazioni dei due pezzi. Le voci al principio erano un po’ rauche ma poco per volta venne fuori il prodotto vocale e ritmico definitivo che al pomeriggio fu poi integrato dagli arrangiamenti orchestrali.
6 - Quanto pensate che sia ancora attuale la musica di quell'epoca?
Ritengo necessario e utile che i giovani percorrano nuove strade musicali,
è comunque dimostrato che gli anni 60 sono tutt’ora una miniera inesauribile di ispirazione per le nuove e future generazioni.
Per quanto riguarda la nostra attuale esperienza sull’argomento posso dire che nel 2008 al puro scopo di divertirci abbiamo deciso di ripresentarci in pubblico, la soddisfazione più grande è vedere che i giovani (non molti per la verità) restano sorpresi e divertiti nell’ascoltarci, la cosa che più li sorprende è il nostro “sound ” .
7 - Dove possiamo ancora ascoltarvi? Locali? Sale da ballo?
È possibile ascoltarci in alcuni Pub e Festival Torinesi, durante i concerti a sorpresa invitiamo ad esibirsi componenti ancora attivi dei “complessi” della Torino degli anni 60, per gli amanti del genere lo spettacolo e il divertimento sono garantiti.
Per chi fosse interessato ai nostri prossimi concerti può consultare i nostri siti web:
http://www.volti70.it http://www.myspace.com/volti70
Per ulteriori informazioni sulla storia dei VOLTI 70: http://it.wikipedia.org/wiki/Volti_%2770
Per chi volesse mettersi in contatto: volti70@libero.it